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Variazioni ritmiche, espressione di intense emozioni: Umbria Jazz Winter Orvieto

today21 Novembre, 2024 38 5

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“Era preghiera e mi parea lamento”. E’ la voce degli afroamericani, che dalle piantagioni di cotone collettivamente e individualmente, improvvisano canti malinconici, espressione di una profonda nostalgia per la terra lontana. E’ il ‘lamento’ di un popolo in attesa, è il bisogno di pace, di rispetto, della dignità di ogni uomo, bisogno affidato alla musica perché tocchi le corde profonde dell’animo, e aiuti a superare discriminazioni e riconosca a ciascuno il diritto alla dignità e alla libertà. Così nasce il ‘jass’ successivamente jazz con il significato di vigore, energia.

Il primo jazz nasce a new Orleans, ma la sue radici vengono dalla cultura musicale degli schiavi neri, anche se poi subisce contaminazioni di culture europee, soprattutto durante la loro migrazione verso il nord degli Stati Uniti dove gli stili work song, blues, gospel mescolandosi, danno poi origine al jazz,. Inciso per la prima volta in un disco, uscito nel 1917 a new Orleans ‘Livery Stable Blues’. I primi festival jazz in Europa nascono negli anni sessanta. In particolare in Finlandia nel 1966 nella città costiera di Pori, e in Svizzera, il festival di Montreaux esattamente un anno più tardi.

Ad oggi il Pori Jazz Festival è il più grande, e il più popolare evento estivo in Finlandia. La prima edizione del Montreux Jazz Festival, invece, ebbe luogo nel 1967, al Casinò di Montreux. Oggi al festival di Montreaux sono presenti 250.0000 spettatori, non solo per la meravigliosa cittadina sul lago di Ginevra, ma per la quantità di concerti e numerosi palchi gratuiti.

In Italia le prime manifestazioni jazzistiche vengono organizzate a Bologna , Bergamo Pescara e a Perugia. Con la nascita della Regione Umbria, colui che poi ne sarà il fondatore Carlo Pagnotta propone un festival al Teatro Morlacchi, l’allora assessore Alberto Provantini decide invece per un festival decentrato e così nei primi anni 70 la musica jazz, inonda strade e piazze con la sua struggente armonia offrendosi gratuitamente a tutti.

Oggi dopo cinquant’anni il Jazz accompagna l’estate con UJ a luglio a Perugia, i caldi colori dell’autunno Umbria Jazz Weekend a settembre a Terni, le festività natalizie in una delle più belle città medievali, Orvieto, dove il suono incontra i vecchi tufi, le grotte, i pozzi della cava e il bagliore dei mosaici del Duomo al tramonto del sole per spandersi nelle navate della cattedrale romanica dove Giovanni di Uguccione introduce le prime forme gotiche. Così Umbria Jazz diventa un sistema ‘sistema Umbria Jazz’, dove ogni festival ha una sua chiara identità.

Lo scorso anno, l’edizione estiva a Perugia ha celebrato i 50 anni di vita, la prima edizione fu infatti come detto nel 1973. Un gran successo, la città si riempie di Turisti che ai concerti uniscono visite ai musei ai suggestivi borghi a lungo dimenticati ai siti archeologici, 31 sono le candele per il Festival di Orvieto che ha iniziò nel lontano 1993 quando Umbria Jazz attraversa un momento di grande crescita, grazie anche agli sponsor e giunge ad avere una risonanza mondiale, così che si pensa di riproporre una replica in inverno come era stato fatto con successo dall’olandese North Sea, che aveva creato un evento durante il periodo autunnale a Maastricht. Un festival nel periodo tra Natale e Capodanno era una novità.

La scelta cade su Orvieto anche perché la cittadina poteva offrire oltre al teatro Mancinelli, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Sette, inoltre per la sua posizione geografica, vicina all’autostrada Roma-Firenze. A questo si aggiunge l’interesse dei cittadini orvietani, delle istituzioni locali, del commercio, e, della Regione Umbria. Un interesse ed un entusiasmo che non sono mai mancati in questi trent’anni.

Ma quali sono le caratteristiche del festival di Orvieto? Alle tante analogie con il festival estivo perugino, si affiancano altrettante differenze. Alla musica che nel centro della città scandisce le ore del giorno era necessario affiancare scelte artistiche originali. quali lo svolgimento necessariamente in luoghi chiusi e con presenze programmate. Da qui la scelta di programmi ‘colti’, che privilegiavano la qualità artistica, la presenza e il soggiorno degli artisti in città consente un ascolto giornaliero.

Mentre con i cori Gospel nel Duomo nel il pomeriggio di Capodanno, giornata mondiale della pace, si rinnova la sacralità che ne ha determinato le origini. Il cartellone della prossima edizione come riporta anche la pagina del Comune e il sito di UJ avrà “più di 90 eventi in cinque giorni con venticinque band, tutte residenti, e 150 artisti sui sei palchi allestiti nel Palazzo del Capitano del Popolo (Sala Expo e Sala dei 400), Teatro Mancinelli, Museo Emilio Greco, Teatro del Carmine, Palazzo dei Sette, mentre il centro storico risuonerà delle variazioni musicali dalla marching band dei Funk Off mentre il Duomo ospiterà il coro gospel Benedict Gospel Choir che accompagnerà il pomeriggio di Capodanno in occasione della Messa della Pace con le profonde vibrazioni dell’anima”.

Nella Sala Expo, per il jazz lunch e jazz dinner, e nel Palazzo dei Sette funzionerà un Bistro’ e meeting point, dove si potranno gustare le specialità culinarie di una città che ha mantenuto inalterate le tradizioni di quella che è comunque una cultura. Il ritmo del jazz saluterà il 2024 nella Sala Expo e nel Palazzo dei Sette, si potrà cenare mentre nella Sala dei 400 ci sarà un lungo concerto con i Funk Off “on stage” e Mwenso &the Shakes. All’una, infine, il concerto del Benedict Gospel Choir al Teatro Mancinelli. Il Natale ed Orvieto ci aspettano, ma già all’orizzonte si delineano Umbria Jazz a luglio a Perugia, e Umbria Jazz Weekend a Terni a settembre.

Francesca Ceccacci

Scritto da: Radio Glox


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