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Mettersi a fare un podcast nel 2025 è un po’ come arrivare tardi a un’orgia: c’è un sacco di confusione, tutti si sono già divertiti e si rischia di farlo praticamente da soli.
Diciamocelo chiaramente, negli ultimi anni ci è sfuggita un po’ la mano, da produttori e da consumatori, un po’ come con la birra artigianale e le sigarette elettroniche. È stato bellissimo essere testimoni dell’ennesima prova della potenza della parola detta, della forza della narrazione che ci riporta a quando ascoltavamo le fiabe e pregavamo i nostri genitori di raccontarcele ancora decine di volte. I podcast e la loro esplosione ci hanno permesso di scoprire vicende, culture, personaggi, angoli nascosti della storia. Ci hanno regalato le voci e le parole di Alessandro Barbero, Paolo Nori, Stefano Nazzi, Nicola Lagioia, Pablo Trincia solo per citare alcuni dei nomi che ci hanno saputo trasportare lontano dalle infinite code in auto, che hanno riempito di senso le nostre sessioni di pulizia della casa, o semplicemente favorito il nostro sprofondare nel sonno.
Intanto, tutto intorno, mentre le nostre playlist Spotify si riempivano di nuovi titoli e la domanda cresceva a dismisura, la situazione precipitava in modo irrimediabile: settanta nuovi podcast crime alla settimana solo sulla colpevolezza di Alberto Stasi, migliaia di ore per disquisire delle basette di Massimo Bossetti, il Mostro di Firenze, il Mostro di Foligno, Fedez che parla di Massimo Bossetti, J-Ax che parla di Fedez, comici che parlano di altri comici mentre intervistano altri comici, stand up comedian che parlano di stand up comedy invitandosi l’un l’altro in un vortice psichedelico in cui non sappiamo più chi sta intervistando chi, Max Pezzali che parla di Mauro Repetto, Mauro Repetto che parla di Claudio Cecchetto, Gazzoli che intervista Repetto che parla di Mauro Repetto, e così via fino alla totale perdita di punti di riferimento.
Io non sono innocente: non di rado mi metto a letto ascoltando l’audiolibro di Dune, poi mi addormento con le cuffie ancora nelle orecchie, mi sveglio per un attimo alle 4 ancora in stato di semi-incoscienza e c’è Barbero che racconta il sequestro Moro, poi mi riaddormento per svegliarmi la mattina con il sospetto che il Kwisatz Haderach della profezia sia Francesco Cossiga. Il fondo l’ho toccato quando, consigliato da un amico, ho ascoltato undici ore filate di dibattimento del processo Pacciani, incluse le pause caffè con i rumori delle sedie che si spostano. Esperienza interessante, quasi quasi ci faccio un podcast.
Giacomo Nencioni
Scritto da: Radio Glox
17:00 - 18:00
18:00 - 18:15
con Pierpaolo Burattini
18:15 - 18:22
18:22 - 18:30
18:30 - 19:00
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Iscritta al registro periodici del Tribunale di Perugia al n° 680 in data 24/12/1983
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